di mogadi68
Finalmente si puntano i riflettori sui derivati finanziari, causa di sconquassi nel mondo della finanza prima, delle pubbliche amministrazioni e delle nostre tasche poi.
Ma cosa sono, i derivati finanziari? Essi sono una particolare tipologia di operazione finanziaria originariamente creata per coprire dei rischi.
Prendiamo un pastificio che necessita mensilmente di un certo quantitativo di grano per ricavarne farina e fare la pasta. Conosce pertanto quale sia la quantità di grano che deve acquistare ogni mese.
Per tutelarsi dal rischio di aumenti del prezzo del grano, mette in piedi un'operazione in base alla quale è in grado di fissare oggi il prezzo del grano che dovrà acquistare nei mesi successivi.
Non è importante sapere come ciò sia tecnicamente possibile, anche perché sarebbe troppo lungo spiegarlo. Diciamo che, grosso modo, questo si può definire un derivato. E lo si può 'mettere in piedi' per qualunque materia prima (petrolio, rame, ecc.) ma anche per le valute (dollaro, yen, ecc.).
Dov'è il problema ?
Ritorniamo al pastificio- Abbiamo detto che ha fissato oggi il prezzo del grano che dovrà acquistare per esempio fra tre mesi. Trascorsi i tre mesi, grazie al derivato, il pastificio acquisterà il grano pagandolo al prezzo stabilito tre mesi prima, indipendentemente dal prezzo di mercato del giorno dell'acquisto.
Acquistato il grano, lo immette nel suo ciclo produttivo, ci fa la pasta e la vende, guadagnando dalla vendita della pasta, ossia dalla sua attività industriale.
Il problema è che queste operazioni le mettono in piedi anche soggetti che non sono pastifici, e che pertanto del grano non sanno cosa farsene. E allora perché lo fanno? Perchè sperano che, trascorsi i tre mesi, il prezzo del grano sia cresciuto rispetto a quello da loro fissato (tre mesi prima) con il derivato e pertanto lo possano rivendere, guadagnandoci.
Ma sono costretti a rivendere subito il grano, perchè, abbiamo detto che, non essendo pastifici, non lo possono utilizzare in nessuna maniera.
Quindi se il prezzo sarà davvero aumentato, nella rivendita immediata la speculazione sarà andata a buon fine, ma se il prezzo sarà invece diminuito, subiranno un perdita secca!
Il problema più grosso è che queste operazioni fasulle creano una domanda e offerta di beni fittizie (cioè non legate alle reali necessità dell'industria e dei consumi) che fanno oscillare i prezzi in maniera distorta.
Cosa c'entra un'amministrazione pubblica (comuni, regioni ecc.) con tali operazioni? Cosa c'entrava la Parmalat con derivati su valute estere (valute di cui non aveva alcun bisogno reale) ?
C'entrano perché queste operazioni possono essere molto remunerative per uno speculatore, ma sono sempre e comunque molto remunerative per le banche, che guadagnano sulle commissioni di servizio, e lasciano il rischio, ovviamente, al cliente.
Le operazioni di derivati più sottoscritte dagli enti locali sono dette swap.
Esistono quattro principali tipologie di swap:
Swap di valute. Si tratta di un contratto stipulato fra due controparti che si scambiano dei pagamenti calcolati sulla base di due diverse valute.
Swap di interessi. E' un contratto che prevede lo scambio periodico, tra due operatori, di flussi di cassa aventi la natura di "interessi" calcolati sulla base dei tassi di interesse di un capitale teorico di riferimento (ad esempio il ricavo da un gettito fiscale locale).
Swap di commodities. è un contratto stipulato fra due controparti che si scambiano un flusso di pagamenti connessi al cambiamento di un prezzo di mercato. Un esempio sono gli swap sul prezzo del petrolio (Oil swaps).
Swap di protezione dal fallimento di una azienda. È un contratto di assicurazione a tutti gli effetti, che prevede il pagamento di un premio periodico in cambio di un pagamento di protezione nel caso di fallimento di un'azienda di riferimento (queste sono alcune delle operazioni con cui ultimamente le banche d'affari stanno scommettendo sulla insolvenza dei singoli Stati).
Fino ai primi anni '80 in Italia (allora non si chiamavano ancora derivati) non era concesso fare queste operazioni a chi non fosse in grado di dimostrarne la effettiva necessità, connessa ad una relativa attività industriale o commerciale. Poi le operazioni sono state liberalizzate e ...
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Finalmente si puntano i riflettori sui derivati finanziari, causa di sconquassi nel mondo della finanza prima, delle pubbliche amministrazioni e delle nostre tasche poi.
Ma cosa sono, i derivati finanziari? Essi sono una particolare tipologia di operazione finanziaria originariamente creata per coprire dei rischi.
Prendiamo un pastificio che necessita mensilmente di un certo quantitativo di grano per ricavarne farina e fare la pasta. Conosce pertanto quale sia la quantità di grano che deve acquistare ogni mese.
Per tutelarsi dal rischio di aumenti del prezzo del grano, mette in piedi un'operazione in base alla quale è in grado di fissare oggi il prezzo del grano che dovrà acquistare nei mesi successivi.
Non è importante sapere come ciò sia tecnicamente possibile, anche perché sarebbe troppo lungo spiegarlo. Diciamo che, grosso modo, questo si può definire un derivato. E lo si può 'mettere in piedi' per qualunque materia prima (petrolio, rame, ecc.) ma anche per le valute (dollaro, yen, ecc.).
Dov'è il problema ?
Ritorniamo al pastificio- Abbiamo detto che ha fissato oggi il prezzo del grano che dovrà acquistare per esempio fra tre mesi. Trascorsi i tre mesi, grazie al derivato, il pastificio acquisterà il grano pagandolo al prezzo stabilito tre mesi prima, indipendentemente dal prezzo di mercato del giorno dell'acquisto.
Acquistato il grano, lo immette nel suo ciclo produttivo, ci fa la pasta e la vende, guadagnando dalla vendita della pasta, ossia dalla sua attività industriale.
Il problema è che queste operazioni le mettono in piedi anche soggetti che non sono pastifici, e che pertanto del grano non sanno cosa farsene. E allora perché lo fanno? Perchè sperano che, trascorsi i tre mesi, il prezzo del grano sia cresciuto rispetto a quello da loro fissato (tre mesi prima) con il derivato e pertanto lo possano rivendere, guadagnandoci.
Ma sono costretti a rivendere subito il grano, perchè, abbiamo detto che, non essendo pastifici, non lo possono utilizzare in nessuna maniera.
Quindi se il prezzo sarà davvero aumentato, nella rivendita immediata la speculazione sarà andata a buon fine, ma se il prezzo sarà invece diminuito, subiranno un perdita secca!
Il problema più grosso è che queste operazioni fasulle creano una domanda e offerta di beni fittizie (cioè non legate alle reali necessità dell'industria e dei consumi) che fanno oscillare i prezzi in maniera distorta.
Cosa c'entra un'amministrazione pubblica (comuni, regioni ecc.) con tali operazioni? Cosa c'entrava la Parmalat con derivati su valute estere (valute di cui non aveva alcun bisogno reale) ?
C'entrano perché queste operazioni possono essere molto remunerative per uno speculatore, ma sono sempre e comunque molto remunerative per le banche, che guadagnano sulle commissioni di servizio, e lasciano il rischio, ovviamente, al cliente.
Le operazioni di derivati più sottoscritte dagli enti locali sono dette swap.
Esistono quattro principali tipologie di swap:
Swap di valute. Si tratta di un contratto stipulato fra due controparti che si scambiano dei pagamenti calcolati sulla base di due diverse valute.
Swap di interessi. E' un contratto che prevede lo scambio periodico, tra due operatori, di flussi di cassa aventi la natura di "interessi" calcolati sulla base dei tassi di interesse di un capitale teorico di riferimento (ad esempio il ricavo da un gettito fiscale locale).
Swap di commodities. è un contratto stipulato fra due controparti che si scambiano un flusso di pagamenti connessi al cambiamento di un prezzo di mercato. Un esempio sono gli swap sul prezzo del petrolio (Oil swaps).
Swap di protezione dal fallimento di una azienda. È un contratto di assicurazione a tutti gli effetti, che prevede il pagamento di un premio periodico in cambio di un pagamento di protezione nel caso di fallimento di un'azienda di riferimento (queste sono alcune delle operazioni con cui ultimamente le banche d'affari stanno scommettendo sulla insolvenza dei singoli Stati).
Fino ai primi anni '80 in Italia (allora non si chiamavano ancora derivati) non era concesso fare queste operazioni a chi non fosse in grado di dimostrarne la effettiva necessità, connessa ad una relativa attività industriale o commerciale. Poi le operazioni sono state liberalizzate e ...
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gran bel post , bravissimo .
RispondiEliminaE' un tema molto interessant e che sto approfondendo in modo particolare. Grazie per questo articolo. Giuseppe
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